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Separazione: i figli minori vanno sempre ascoltati C

Anche al di sotto di 12 anni, i figli minori che dimostrino capacità di discernimento devono essere ascoltati in tutti i procedimenti giudiziari che li riguardano, compresa la causa di separazione dei genitori.

Nell’ipotesi di una causa di separazione tra i genitori, il figlio minore, anche se di età inferiore a 12 anni (in questo caso, però, solo se il giudice lo ritenga capace di discernimento), deve essere ascoltato. E questo perché egli ha il diritto di dire la sua in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano. Lo ricorda la Cassazione in una sentenza pubblicata il 29.09.2015. La riforma dell’adozione del 2001 e quella sull’affidamento condiviso del 2006 hanno stabilito espressamente l’obbligo, per il giudice, di disporre l’audizione del minore dai 12 anni in su, ma anche di età inferiore, se capace di discernimento (per capacità di discernimento si intende consapevolezza e comprensione limitatamente all’audizione stessa, e una vera e propria capacità). Dunque, il magistrato è tenuto necessariamente a tale incombenza, non trattandosi di una semplice facoltà. In passato la stessa Cassazione ha confermato la sussistenza di tale obbligo a pena di nullità della sentenza; è comunque possibile che il minore venga sentito da un consulente o dal personale dei servizi sociali [2]. Oggi il codice civile prevede una norma apposita per l’ascolto del minore [3]: il minore dodicenne o di età inferiore, se capace di discernimento secondo il giudice, viene ascoltato da quest’ultimo in tutti i procedimenti in cui si assumono provvedimento che riguardano il bambino, salvo che l’audizione sia in contrasto con l’interesse del minore o manifestamente superflua, ma in tali ipotesi il giudice dovrà dare atto con provvedimento motivato. E così il figlio ha diritto di dire la sua su quale dei due genitori preferisce per la sua stabile collocazione (ossia la convivenza e la residenza); le sue dichiarazioni, poi, saranno importanti ai fini della decisione sull’affidamento, per valutare eventuali colpe o meriti di uno o di entrambi i genitori.


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